Negli ultimi anni gli open data si sono fatti strada anche in archeologia, fino a diventare uno dei punti metodologici imprescindibili delle attuali ricerche specialistiche.
Tra i precursori, quasi moderni esploratori, che si sono avventurati in un campo applicativo sconosciuto al settore di studi e hanno aperto una strada poi percorsa da molti altri, c’è stato il Laboratorio di Informatica Applicata all’Archeologia Medievale (LIAAM) dell’Università degli studi di Siena.
Il LIAAM già nel 2000 intraprese il progetto BibAr. Come si legge dal sito, “il progetto è nato dall’esigenza di dare maggiore spazio alla sezione del Portale di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Siena dedicata alla consultazione gratuita di testi archeologici”. Con l’aumento di volumi presenti e il numero di consultazioni, emerse la necessità di un contenitore dedicato ed esclusivo oltreché opportunamente articolato per facilitare la consultazione.
La BibAr (Biblioteca Archeologica Online) “è una biblioteca in senso proprio, un luogo cioè – non fisico ma virtuale- nel quale si conservano e si consultano dei documenti, in questo caso pubblicazioni scientifiche di argomento specialistico. A differenza di altre biblioteche digitali, BibAr non fornisce solo la notizia bibliografica del volume, bensì consente di accedere direttamente al contenuto del volume stesso (collane, riviste, monografie, singoli articoli) digitalizzato e reso disponibile full text per la lettura, per il download sul proprio computer ed eventualmente per la stampa. Sono attualmente disponibili centinaia di volumi tra riviste, collane, monografie e articoli in Miscellanea. Questo servizio è completamente gratuito”.
Questo portale – partito come esperimento 13 anni fa e diventato un servizio per tutti i ricercatori del mondo – dà la misura dei vantaggi e delle opportunità degli open data in archeologia.
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OPEN DATA IN ARCHAEOLOGY
In recent years, open data have made their way into the archaeological discussion, since to become one of the essential methodological points of current research specialist.
Among the precursors, almost modern explorers who ventured into a field unknown of study and opened a road traveled by many others, there was the Laboratory of Informatics Applied to Medieval Archaeology (LIAMA) of the University of Siena.
The LIAMA undertook the project “BibAr” since 2000.
As you read from the site, “the project was born from the need to give more space to the section of the Portal of Medieval Archaeology at the University of Siena dedicated to the free consultation of archaeological texts”. With the increase of volumes uploaded and the number of consultations, emerged the need for a dedicated container and exclusive besides suitably articulated to facilitate consultation.
The BibAr “is a library in the proper sense, a place – not physical, but virtual- in which are preserved and accesible the documents, in this case scientific publications of specialized topic. Unlike other digital libraries, BibAr not only provides the bibliographic record of the volume, but allows you to directly access the contents of the volume itself (journals, monographs, single article) digitized and made available full text for reading, for download on your computer and possibly for printing. There are currently hundreds of volumes of journals, monographs and articles in the Miscellaneous section. This service is completely free”.
This portal – which started as an experiment 13 years ago and has now become a service for all researchers in the world – gives us the measure of the benefits and opportunities of open data in archeology.