Marco Casagrande: la ricostruzione del “tesoro di Domagnano” – parte 2

Paola Bigi (Sezione Archeologica dei Musei di Stato) – Il progetto di riproduzione archeologica del “tesoro di Domagnano” è nato e si è concretizzato grazie ad una condivisione di intenti, ma anche, come spesso avviene, per  una serie di fortunate coincidenze.

Nel 2003 Gianluca Bottazzi ed io, su invito del Presidente Alberto S. Belluzzi, presentammo in una conviviale del Rotary Club San Marino le risultanze degli scavi archeologici condotti dai Musei di Stato nell’insediamento di età romana e gota di Domagnano-Paradiso. Ospite del Rotary anche Francesca Michelotti, allora direttrice dei Musei. Al termine della serata Gianluca Bottazzi – direttore scientifico dello scavo di Domagnano-Paradiso – mostrò la riproduzione di una fibula ad aquila in oro e smalti e prospettò l’opportunità di realizzare la riproduzione archeologica dell’intero complesso del “tesoro di Domagnano”. Nel 2004 il consiglio direttivo del Rotary Club San Marino approvò la proposta del Past President Belluzzi di celebrare il 100° anniversario di fondazione del Rotary Club finanziando tale progetto.

Tra il 2004 e il 2006 si sono succeduti tre presidenti del Rotary Club San Marino (Attilio Ferraresi, Luciano Cardelli, Claudio Menicucci), Alberto S. Belluzzi e Giuseppe Arzilli hanno collaborato a tutte le fasi del progetto e la Fondazione San Marino Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino – S.U.M.S.  ha appoggiato e cofinanziato l’iniziativa.

Giovanni Morigi – restauratore della borchia pseudorettangolare del Museo di Stato- e Cristiana Morigi Govi  parlarono del tuo lavoro alla direttrice dei Musei di Stato, che ti ha contattato. Intanto giungevano le autorizzazioni alla riproduzione archeologica dai musei proprietari, la Sezione Archeologica raccoglieva la documentazione fotografica e bibliografica (studi e analisi effettuate durante i restauri dei gioielli), venivano concordate le linee filologiche da seguire durante la riproduzione sperimentale, anche in previsione della futura esposizione al Museo di Stato.

A questo punto la ricostruzione del “tesoro”, solo immaginata, poteva prendere forma nelle tue mani.

Marco Casagrande (orafo ed archeologo sperimentale) – Ho fatto un passo alla volta, mettendo in opera quanto imparato a Murlo; mi sono ricostruito un crogiolo che fosse in grado di sopportare il calore necessario a fondere oro a 960/ 980 millesimi. Era questo il titolo che le analisi fatte dal Germanisches Nationalmuseum indicavano nella maggior parte dei pezzi del Tesoro in loro possesso. Poi una lucerna con un grosso stoppino di tela di canapa e cera per le saldature. Mi è stato di aiuto quanto visto fare da  Alessandro Pacini, studioso eccezionale, abilissimo orafo e tecnico raffinato. Dopo la fusione del metallo ho iniziato dalle due borchie rettangolari, quella di San Marino e quella del British Museum, semplicemente perché quella di San Marino l’avevo potuta osservare attentamente e da vicino. Qui iniziano i pensieri: ma fai o inventi? Sei falsario o sperimenti? La soluzione l’ho ottenuta sommando al lavoro due elementi; la visione diretta e la collaborazione con lo staff dei Musei di Stato di San Marino.

Un primo viaggio a Norimberga mi ha permesso di visionare quella parte del tesoro. Le vecchie vetrine erano luminose e spaziose, si poteva fotografare agevolmente sotto il controllo del guardiano, i disegni fatti all’epoca del restauro mi facevano da guida e mi permettevano di interpretare meglio ciò che vedevo. E con gli occhi ancora pieni di quelle immagini lavoravo e poi mi recavo a San Marino, da Belluzzi e al Museo a far vedere il prosieguo dei lavori. I primi tentativi di taglio delle pietre e dei granati.

Lastra martellata - prime fasi (© Marco Casagrande)

Lastra martellata – prime fasi di lavorazione (© Marco Casagrande)

Crogiolo dopo la fusione (© Marco Casagrande)

Crogiolo dopo la fusione (© Marco Casagrande)

Cannello ferruminatorio (© Marco Casagrande)

Cannello ferruminatorio (© Marco Casagrande)

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MARCO CASAGRANDE: THE  “DOMAGNANO TREASURE” RECONSTRUCTION – PART 2

Paola Bigi (Archaeological Section of the State Museum) – The archaeological reproduction project was born and created thanks to the sharing of intentions and – as often happens – to a series of lucky coincidences.

In 2003 by invitation of president Alberto S. Belluzzi, during San Marino Rotary Club meeting, Gianluca Bottazzi and I presented the results of the archaeological excavations conducted by the State Museums in the Roman and Gothic settlement of Domagnano – Paradiso. Among the guests of the Rotary, was Francesca Michelotti, the director of the Museums at that time. At the end of his presentation,  Gianluca Bottazzi – scientific director of the excavation of Domagnano-Paradiso – displayed  a reproduction of a gold and enamel eagle-shape fibula and prospected the opportunity to reproduce the entire archaeological ensemble of the “Domagnano Treasure”.

In 2004, the board of directors of the San Marino Rotary Club approved former president Belluzzi’s proposal to finance this project to celebrate the 100th anniversary of the Rotary Club founding.

Between 2004 and 2006, three presidents of the San Marino Rotary Club (Attilio Ferraresi, Luciano Cardelli, Claudio Menicucci) were in charge; Alberto S. Belluzzi and Giuseppe Arzilli collaborated in all the phases of the project and the Fondazione San Marino Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino – S.U.M.S. supported and co-financed the initiative.

Giovanni Morigi – restorer for the StateMuseum of the rectangular mount – and Cristiana Morigi Govi talked about your work with the director of the StateMuseum, who then contacted you. Meanwhile permission for the archaeological reproduction came from the owner museums, the Archaeological Section collected photographic and bibliographic information (studies and analysis carried out during the restoration of the jewels), the philological guidelines to follow during the experimental reproduction were agreed upon, also in the prospective of future exhibition at the StateMuseum.

At this point the reconstruction of the “treasure” – only imagined up until then – could take shape in your hands.

Marco Casagrande (goldsmith and experimental archaeologist) – I took a step by step approach trying to reproduce what I learned in Murlo. I rebuilt a crucible that was able to withstand the heat required to melt gold at 960/980 thousandths. Based on the results from the  Germanisches Nationalmuseum analysis that evidenced this gold grade in the majority of treasure pieces in their possession. Then a lamp with a large wick made with hemp and wax for welding.

It was very helpful seeing the work done by Alessandro Pacini, outstanding scholar, skilled goldsmith and refined technician. Once the metal was fused, I started the reconstruction with the two rectangular mounts owned by the San MarinoStateMuseum and the BritishMuseum, simply because the one in San Marino I could study closely and with more attention.

Then the thoughts start: are you reproducing or inventing? Are you a counterfeiter or experimenting? The solution came  by adding these two elements to the work: the direct visual analysis and the collaboration with the staff of the State Museum of San Marino.

A first trip in Nuremberg allowed me to see the part of the “Domagnano treasure” exhibited there. The showcases were bright and spacious, you could easily take pictures under the watchful eye of the guardian, the drawings made at the time of restoration guided me and allowed me to interpret better what I was seeing. With my eyes still full of those images, I worked and then returned to San Marino – to Mr. Belluzzi and to the Museum – to show them the ongoing work and the first attempts at cutting stones and garnets.

Hammered sheet - the early stages of processing (© Marco Casagrande)

Hammered sheet – the early stages of processing (© Marco Casagrande)

Crucible after the merger (© Marco Casagrande)

Crucible after the fusion (© Marco Casagrande)

Blowpipe (© Marco Casagrande)

Blowpipe (© Marco Casagrande)

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